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Il modello Dada al Liceo Alighieri di Ravenna

Dall'anno scolastico 2023-24 il Liceo Dante Alighieri adotterà il modello DADA.

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Cosa significa DADA?

Didattica per ambienti di apprendimento: ecco cosa significa l’acronimo DADA. In concreto è un approccio educativo che cerca di creare un ambiente di apprendimento stimolante e interattivo per gli studenti, in cui possono imparare in modo più efficace e coinvolgente. La didattica per ambienti di apprendimento richiede una progettazione curricolare basata sui principi dell’educazione digitale e dell’innovazione educativa.

Il modello DADA

Il modello DADA nasce dall’idea di valorizzare il buono del nostro sistema educativo, colmare il gap con i best performer europei, migliorare ed incrementare il successo scolastico di ogni studente favorendone dinamiche motivazionali e di apprendimento efficaci per l’acquisizione delle abilità di studio proprie del Lifelong Learning. Il ripensamento della modalità di fruizione degli spazi educativi implica una necessaria fluttuazione da parte degli studenti tra le “isole didattiche”. Tale approccio “dinamico e fluido”, considera gli spostamenti degli studenti buona occasione per l’ottimizzazione dei tempi morti, nei cambi d’ora, e stimolo “energizzante” la capacità di concentrazione come testimoniato da accreditati studi.

La riprogettazione degli ambienti dipende da variabili organizzative e strutturali. Al Liceo Alighieri i laboratori, parte integrante delle attività curricolari, e le aule sono stati corredati da tecnologie 4.0 per la creazione di un ambiente di apprendimento funzionale a favorire didattiche basate sulla logica costruttivistica, collaborativa ed inclusiva.

In cosa consiste la DADA in pratica?

L’istituto è organizzato per ‘aula–ambiente di apprendimento’: questa aula viene assegnata a due o più docenti della medesima disciplina, con la rotazione dei gruppi classe nel cambio di insegnamento.

Il ruolo dell’insegnante DADA cambia dunque completamente: da erogatore di conoscenze si trasforma in regista e facilitatore dell’apprendimento.  Nell’ambiente di apprendimento l’insegnante diventa modellatore di materiali innovativi, attivatore di setting o contesti da destinarsi all’apprendimento, creatore di format didattici, organizzatore di gruppi.

Presupposto indispensabile per il conseguimento degli obiettivi è la condivisione forte di intenti e prospettive, così da raccogliere con entusiasmo le nuove sfide. La stessa condivisione dell’aula fra docenti e la prossimità fisica con i colleghi dello stesso dipartimento è intesa nell’ottica dell’interazione, della collaborazione e condivisione di idee e di soluzioni funzionali alla didattica, elementi che determinano un forte innalzamento della qualità del lavoro ed una giusta valorizzazione delle singole competenze professionali.

I vantaggi per studenti e docenti

I professori possono personalizzare o modificare il setting degli spazi con banchi singoli, a coppia o a piccoli gruppi a seconda delle necessità educative.

Dunque le aule diventano dei veri e propri laboratori di apprendimento dove gli studenti trovano tutti gli strumenti didattici necessari per lo studio di una determinata disciplina.

Dal canto loro gli alunni, uscendo da un ambiente per raggiungerne un altro, scaricano un po’ di stanchezza e recuperano la concentrazione che, come sostengono le neuroscienze, non rimane invariata nell’arco della giornata. Inoltre, grazie a una didattica incentrata sull’ alunno, i ragazzi sviluppano maggiormente autonomia e autoconsapevolezza sia nelle competenze didattiche sia in quelle socio-relazionali.

Un po’ di storia della DADA

La DADA si fonda su un modello originale e specifico, articolato in 10 principi (5 postulati e 5 caratteristiche), ideato dai Dirigenti scolastici Ottavio Fattorini e Lidia Cangemi.  Il modello è stato avviato per la prima volta in due Licei romani, “A. Labriola” e “J. F. Kennedy”, a partire dall’anno scolastico 2014/15.

Le linee guida, il manifesto, le scuole che già hanno aderito si trovano su www.scuoledada.it.